Gregorio a Teoctista
"...
dopo le occupazioni vorrei ritornare in me stesso; ma, tenuto lontano dai tumulti inutili dei pensieri, non posso
ritornare.
Per questo motivo,
allora, ciò che è vicino a me è fatto per essere lontano da me, di modo
che non posso obbedire alla voce dei profeti che dice: rifletteteci, o
prevaricatori (Isaia,XLVI,8).
Ma, premuto da pensieri insensati, sono
spinto ad esclamare soltanto, il mio cuore viene meno (Salmi,XXXIX,15);
ho amato
la bellezza della vita contemplativa come Rachele, sterile, ma acuta di
vista e giusta (Gen. XXIX.), che nella solitudine pur
non essendo fertile, vede la luce più acutamente.
Ma, non so per quale decisione, si è
unita a me nella
notte Lia, la vita attiva;
è feconda ma ha occhi ciechi...[ ].

Ho desiderato sedermi ai piedi del
signore con Maria, prendere le Sue parole dalla Sua bocca; e invece mi
trovo costretto a servire con Marta negli affari esteriori preoccupato
e agitato per molte cose (Luca,X,39..).
Una
legione di demoni credo sia uscita da me, ho desiderato dimenticare
quelli che ho conosciuto malvagi e riposare ai piedi del Salvatore..."
libro I°
Lettera V a Teoctista, sorella dell'imperatore Maurizio
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