Thomas Hobbes vive nell’Inghilterra del XVII secolo, segnata dallo scontro tra il potere preteso dal sovrano e le libertà richieste dai sudditi. Nel Leviatano  egli sostiene che la convivenza umana può darsi solo entro lo stato. Per dimostralo identifica i motivi che rendono necessario fissare regole nei rapporti tra gli uomini.

La natura ha fatto gli uomini così uguali nelle facoltà del corpo e della mente che, benché talvolta si trovi un uomo palesemente più forte, nel fisico, o di mente più pronta di un altro, tuttavia, tutto sommato, la differenza tra uomo e uomo non è così considerevole al punto che un uomo possa da ciò rivendicare per sé un beneficio cui un altro non possa pretendere tanto quanto lui. Infatti, quanto alla forza corporea, il più debole ne ha a sufficienza per uccidere il più forte, sia ricorrendo a una macchinazione segreta, sia alleandosi con altri che corrono il suo stesso pericolo.
Quanto alle facoltà della mente (…) trovo che tra gli uomini vi sia un’eguaglianza ancora più grande di quella della forza fisica. Infatti, come la prudenza non è che esperienza la quale, in tempi uguali, viene dispensata in egual misura a tutti gli uomini per le cose cui si applicano in egual misura (…).
Da questa uguaglianza di capacità nasce un’uguaglianza nella speranza di raggiungere i propri fini. Perciò, se due uomini desiderano la medesima cosa, di cui tuttavia non possono entrambi fruire, diventano nemici e, nel perseguire il loro scopo (che è principalmente la propria conservazione e talvolta solo il proprio piacere) cercano di distruggersi o di sottomettersi l’un l’altro (…).
A causa di questa diffidenza dell’uno verso l’altro, non esiste per alcun uomo mezzo di difesa così ragionevole quanto l’agire d’anticipo, vale a dire l’assoggettare, con la violenza o con l’inganno, la persona di tutti gli uomini che può, fino a che non vede nessun altro potere abbastanza grande da metterlo in pericolo; ciò non è niente più di quanto esiga la conservazione di se stesso, ed è cosa in generale ammessa (…). Cosicché, troviamo nella natura umana tre cause principali di contesa: in primo luogo la rivalità; in secondo luogo la diffidenza; in terzo luogo l’orgoglio (…).
Da ciò, appare chiaramente che quando gli uomini vivono senza un potere comune che li tenga tutti in soggezione, essi si trovano in quella condizione chiamata guerra: guerra che è quella di ogni uomo contro ogni altro uomo
(…).
Da questa guerra di ogni uomo contro ogni altro uomo consegue anche che niente può essere ingiusto. Le nozioni di diritto e torto, di giustizia e di ingiustizia non vi hanno luogo. Laddove non esiste un potere comune, non esiste legge; dove non vi è legge non vi è ingiustizia (…).
Le passioni che inducono gli uomini alla pace sono la paure della morte, il desiderio di quelle cose che sono necessarie a una vita piacevole e la speranza di ottenerle con la propria operosità ingegnosa. E la ragione suggerisce opportune clausole di pace sulle quali si possono portare gli uomini a un accordo. Queste clausole sono quelle che vengono, in altri termini, chiamate le leggi di natura.
T. Hobbes, Leviatano, a cura di A. Pacchi, Laterza, Roma-Bari 1989, pp. 99-104.

    

 

 

 


Frontespizio del Leviatano

 

 

 

 


Particolare del leviatano

 

Thomas Hobbes visse in un periodo particolarmente tormentato della storia inglese . La tendenza degli Stuart ( prima Giacomo I , poi Carlo I ) ad accentrare il potere nelle mani del re aveva provocato gravi tensioni tra la Corona e il Parlamento, una parte del quale - la Camera dei Comuni - rappresentava gli interessi di una classe media sempre più intenzionata a far sentire il proprio peso nella vita della nazione . Gli squilibri politici erano inoltre strettamente intrecciati con quelli religiosi. Da un lato la politica accentratrice della monarchia si rifletteva sulla struttura episcopale della Chiesa anglicana che, pur essendosi resa indipendente da quella di Roma, ne eveva conservato oltre ai dogmi , anche l'organizzazione gerarchica e autoritaria; dall'altro i presbiteriani accoglievano l'esigenza puritana di una maggiore de-cattolicizzazione della Chiesa inglese e di un'articolazione più democratica del clero che avrebbe dovuto essere eletto dal basso, cioè dai fedeli stessi organizzati in comunità parrocchiali (presbiteri), anzichè venire nominato dall'alto del potere vescovile. Questi conflitti politico religiosi condussero l'Inghilterra alla guerra civile, alla condanna e alla decapitazione di Carlo I e alla successiva dittatura repubblicana di Oliver Cromwell. Quest'ultima fu espressione, sul piano politico, della media borghesia e, su quello religioso, di una variante puritana più radicale dei presbiteriani - gli Indipendenti , che pretendevano una completa autonomia della Chiesa dal re e dal potere politico. La storia dell'Inghilterra della prima metà del Seicento è dunque in gran parte la vicenda del confronto tra i sostenitori dell'assolutismo monarchico e dell'episcopalismo e dei difensori di una più o meno grande redistribuzione del potere che consentisse maggiori margini di autonomia agli strati medio-bassi della borghesia e della Chiesa. . Sebbene di estrazione piccolo-borghese - era nato a Malmesbury nel 1588 da un pastore di campagna - Hobbes si schierò decisamente a favore del partito realista e della Chiesa anglicana. Ciò è stato in parte spiegato con il suo carattere timoroso , pieno di orrore per ogni sedizione e disordine civile, in parte con il fatto che egli visse lungamente al servizio e sotto la protezione dei potenti: fu precettore di due generazioni di Cavendish, futuri duchi del Devonshire, nel castello dei quali concluderà i sui giorni, ed insegnò matematica al futuro Carlo II che, diventato re, lo proteggerà nell'ultima parte della sua lunga vita. In ogni caso la scelta di Hobbes è in piena sintonia con la sua teoria secondo cui l'unico modo per garantire la pace e la sicurezza civile è la concentrazione di tutto il potere delle mani di uno solo. Se il pensiero politico di Hobbes è fortemente influenzato dalle vicende storiche da lui vissute, la sua formazione filosofica dipende in gran parte dai lunghi soggiorni che egli trascorse nel Continente. Dopo aver conseguito nel 1608 il bacca-laureato delle Arti ad Oxford, dal 1610 al 1612 egli accompagna il discepolo William Cavedish in un viaggio in Europa. Questo primo contatto con la cultura continentale verrà consolidato da altre permanenze, soprattuttto in Francia e in Italia, negli anni 1629-31, 1634-37, 1640-51. L'ultima di esse è un volontario esilio, motivato da ragioni di sicurezza: nel 1640 egli aveva fatto circolare manoscritti gli Elementi di legislazione naturale e politica , in un momento in cui si radicalizzava la lotta tra il re e il Parlamento. Durante questi viaggi Hobbes ebbe occasione di conoscere Galilei ad Arcetri e, a Parigi, Gassendi , Mersenne (su invito del quale scrisse le terze Obiezioni alle Meditazioni di Cartesio) e molti esponenti dell'ambiente libertino. Si delineavano così alcuni aspetti essenziali del suo pensiero: l'assunzione del modello matematico in filosofia, l'attenzione per il razionalismo cartesiano, corretto però dall'empirismo di Gassendi, la critica razionalistica alla religione che sfiora l'ateismo. Durante il soggiorno parigino Hobbes pubblica il De cive (1642) , che costituisce l'ultima parte di una trilogia filosofica-politica , gli Elementa philosophiae , le cui prime due componenti, il De corpore e il De homine, usciranno rispettivamente nel 1655 e nel 1658, dopo il rientro in Inghilterra. Prima di ritornare in patria egli pubblica tuttavia la sua opera principale, il Leviatano (1651), che costituisce la summa del suo pensiero, anche se la discussione dei problemi politici è nettamente prevalente sull'esposizione dei temi gnoseologici ed etici . Caduto Cromwelle restaurata la monarchia, Hobbes trova un valido protettore nella persona di Carlo II, suo antico discepolo. Morirà a Londra, più che novantenne nel 1679 .