Laria è una sostanza materiale
trasparente, che si presenta come un aeriforme di consistenza molto tenue (800 volte meno
densa dellacqua), composta di un insieme di infinite particelle elementari chiamate
molecole. Nellaria queste molecole sono presenti in numero di 30 miliardi nello
spazio di un centimetro cubo; eppure non si trovano troppo strette e vincolate luna
allaltra, data la loro estrema piccolezza.
Risultano bensì libere e relativamente distanziate, e si agitano incessantemente di moto
proprio naturale, urtandosi continuamente tra di loro (4 miliardi di urti in un secondo
per ciascuna molecola).Tali urti determinano la
cosiddetta pressione statica alla quale ogni corpo resta sottoposto.
Laria inoltre oppone una certa resistenza che possiamo definire come quella forza
che interagisce opponendosi al moto di un corpo, tale resistenza è proporzionale alla
densità della sostanza interessata. Densità vuol dire massa totale delle molecole nella
unità di volume e allora è chiaro che la quantità e il peso delle molecole spostate è
minimo nell aria.
Nellaria la resistenza diventa
sensibile soltanto ad una certa velocità, stando fermi avvertiamo la resistenza
dellaria se questa è in moto, ossia quando siamo investiti dal vento. Ciò in
relazione al principio di reciprocità secondo il quale le forze che si generano risultano
le stesse sia che un corpo si muove nellaria sia che laria investa il corpo.
Se si considera per esempio un corpo della forma di una lastra, che si muove
nellaria in senso normale al suo piano, si verifica sperimentalmente che
laumento di pressione ha luogo sulla faccia anteriore , mentre sulla faccia
posteriore si ha una depressione ( cioè una pressione minore di quella statica
dellaria in riposo). Succede cioè che la particelle fluide che urtano sulla faccia
anteriore sono bruscamente frenate e forzate a cambiare direzione. Nello spazio sotto
vento laria è animata da moti vorticosi e viene ad esercitare una depressione sulla
faccia posteriore della lastra.
Una lastra esposta frontalmente al vento risente della pressione dinamica dovuta appunto
alla velocità che costituisce un primo elemento alla resistenza dellaria che si
denomina precisamente resistenza di pressione.
Possiamo affermare che la resistenza è proporzionale sia alla superficie che al quadrato
della velocità.
La viscosità è una particolare caratteristica presentata dalle sostanze fluide e
definibile come un attrito interno che si determina in seno al fluido in movimento. Essa
è dovuta alla grande libertà di movimento di cui godono le molecole di aeriformi e alla
tendenza delle stesse a influenzarsi luna con laltra e ad assumere dei moti
rotatori come dei noduli. Questi noduli sono effettivamente costituiti da minuscoli
vortici animati da un moto rotatorio tale che la velocità di rotazione decresce dal
centro verso la periferia del vortice. I vortici si generano normalmente fra due strati di
fluido contigui scorrendo a diverse velocità e reciprocamente influenzandosi. La presenza
di vortici in un fluido in movimento fa classificare il moto stesso come turbolento.
Quando i vortici non si generano e gli strati di fluido scorrono parallelamente luno
allaltro il moto si dice laminare. In ogni caso minuscoli vortici interessano uno
strato daria di piccolo spessore adiacenti alla superficie lambita dalla corrente
chiamato strato limite. La resistenza di attrito si verifica inevitabilmente anche quando
lo scorrimento è laminare, una superficie sulla quale scorre una corrente fluida
determina dunque un freno della corrente stessa dovuto alla viscosità dellaria. Se
è il corpo a muoversi nellaria, per il principio di reciprocità è il corpo a
subire nel suo moto lazione frenante derivante dalla viscosità del fluido,è questa
la resistenza di attrito. Ovviamente la resistenza di attrito risulterà tanto maggiore
quanto maggiore sarà la superficie esposta alla corrente.
Come sempre avviene anche nell attrito solido, l attrito fluido comporta uno
sviluppo di calore:lenergia così dissipata costituisce la parte maggiore
dellequivalente di energia totalmente spesa per far volare un aeroplano.
Consideriamo ora cosa avviene quando un corpo cilindrico disposto orizzontalmente viene
investito da una corrente fluida. Le lamine daria o filetti fluidi in un primo
momento seguono la superficie del cilindro adattandosi a piegarsi secondo la forma
arrotondata del corpo e mantenendosi allincirca paralleli fra loro. Ad un certo
punto le linee di corrente, come per inerzia, continuano nella direzione prossima alla
tangente in quel punto; non riescono cioè a lambire ulteriormente la superficie ma se ne
distaccano: i vortici aderenti allo strato limite si rompono e si svolgono nella corrente
a valle e tutto lo spazio sotto vento risulta occupato da aria turbolenta causa di perdita
di energia. Per il ricordato principio di reciprocità, lidentico fenomeno si ripete
se è il corpo che si muove nellaria nel qual caso una certa massa daria
quando è investita dal corpo tende a seguirlo e va a formare una scia acquistando una
certa quantità di moto (massa x velocità) a spese dellenergia posseduta dal corpo;
questa perdita di energia costituisce lequivalente della resistenza di forma.
Poiché la resistenza di forma è proporzionale allentità della scia è possibile
ridurla riducendo la scia. In definitiva resistenza di forma e resistenza di attrito sono
da considerarsi interdipendenti risultando causate entrambe dalla viscosità del fluido.
IL regime di moto permanente si viene a
creare quando la velocità del fluido in un punto dello spazio occupato dalla massa fluida
non cambia col tempo, cioè le particelle mantengono sempre la stessa velocità.
Si può così stabilire che se S è una sezione normale di un tubo e v la velocità media
nei punti della sezione, il prodotto Sv misura la portata del tubo,cioè il volume di
fluido che attraversa S.
Se il fluido è incomprimibile e chiamando S e S1 le aree di due sezioni e v e v1 le
corrispondenti velocità del fluido,si ha : Sv = S1v1
Questa è lequazione di continuità idrodinamica da cui si ricava : v1/ v = S1/S
Quindi la velocità del fluido in un tubo è inversamente proporzionale alla sezione di
questo.
Prendendo un tubo, in cui vi scorre
acqua, e mettendo al suo interno un tubetto con uscita parallela al flusso del fluido
contenente un altro liquido colorato,si nota che mantenendo la velocità dellacqua
bassa si forma un filetto abbastanza netto diretto nel senso della corrente: questo regime
è detto regime laminare.
Aumentando la velocità della corrente, il filetto colorato assume un aspetto irregolare e
finisce per colorare uniformemente lacqua del tubo. Questo è dovuto alla velocità
critica dellacqua che incontrando laltro fluido forma attrito e dei moti
rotatori detti vortici: questo regime è chiamato regime turbolento.
Quando il moto di un fluido si mantiene laminare, la velocità è crescente dalle pareti
allasse del tubo,il suo centro. Va precisato che la lamina liquida a contatto con la
parete ha una velocità nulla per laderenza del liquido alla parete stessa. Quando,
però, la velocità del fluido supera un valore critico, dalle piccole perturbazioni di
questo strato nascono allora dei vortici che trasformano il moto laminare in turbolento.
PRESSIONE DINAMICA E PRESSIONE STATICA
Introduciamo in una corrente daria
prodotta da una soffiera, un tubicino chiuso allestremo da un dischetto forato e
collegato, allaltro, a un manometro ad aria libera.
Si può notare che la pressione dipende dallorientamento dato al tubicino in seno al
fluido.
Quando il tubo è perpendicolare alle linee di corrente non si ha alcuna indicazione dal
manometro ,questo tipo di pressione viene detta statica perché landamento delle
linee di corrente non risulta modificato dallintroduzione del fluido nel tubicino.
Possiamo quindi dire:
La pressione statica in un fluido in regime di moto permanente è quella misurata con un
manometro che si muove nel fluido con la stessa velocità della corrente, cioè fermo
rispetto al fluido.
Cambiando lorientamento del tubicino in modo che sia parallelo alle linee di
corrente, il manometro rileva la presenza di una maggiore pressione.
Questo è dovuto alla velocità delle particelle daria che si annulla ora in
prossimità del dischetto e la diminuzione corrispondente della loro energia cinetica
provoca lapparizione di nuove forze con laumento di pressione in prossimità
dellimboccatura del tubo.
La pressione misurata è la pressione totale.
La differenza tra pressione totale e pressione statica è la pressione dinamica.
VELOCITA E PRESSIONE STATICA DI UN CONDUTTORE E LEGGE DI BERNOULLI
Prendendo un![]() Questa relazione è stata scoperta da Bernoulli che ha scritto la seguente legge: p + 1/2 roc v v = costante K = pressione totale ove roc è la densità del fluido, supposto incomprimibile. |
La resistenza del mezzo è la forza che
ostacola lavanzamento di un corpo in seno a un fluido reale.
Di solito la resistenza viene studiata come resistenza del mezzo in regime laminare e in
regime turbolento.
Si ha un regime laminare quando la velocità del mezzo non è eccessiva e quindi la
resistenza del corpo è minore: un sottile strato di fluido rimane attaccato al solido
seguendo la sua forma.
Allaumento della velocità questo sottile strato di fluido si stacca dalla
superficie del solido lasciando dietro di sé una scia di moti vorticosi : perciò questo
tipo di regime è detto turbolento.
La resistenza dipende quindi dalla velocità del corpo, dalla forma,dalla sua sezione
maestra S e dalla densità(roc):
R = K S v v roc
dove K è una costante numerica,detta coefficiente di resistenza turbolenta, il cui valore dipende dalla forma e dallorientamento del corpo rispetto alla direzione del moto.
APPLICAZIONI DELLA RESISTENZA DEL MEZZO
Prendendo una lamina piana inclinata che
si muove in un fluido, inclinata rispetto alle linee di corrente, queste risultano
deformate in modo asimmetrico. Linsieme delle forze di pressione ha come risultante
R, approssimativamente perpendicolare al piano della lamina.
Questa forza R può essere scomposta in altre due: in una componente verticale R1 chiamata
portanza perché serve a sostenere la lamina contro la forza peso, e in una orizzontale R2
detta resistenza perché ostacola il moto della lamina nel fluido.
![]() |
Lelica agisce in modo analogo alle ali di un aeroplano pur muovendosi di moto rotatorio. Le pale fissate al mozzo sono posizionate in verso contrario luna rispetto allaltra. Per ottimizzare il loro rendimento si dà alle pale una forma elicoidale con la sezione trasversale simile a quella di unala, essendo presente anche qui,anche se di minor importanza, il rapporto tra le due forze.
LA PORTANZA ALARE FONDAMENTO DEL VOLO DINAMICO
Prendiamo in esame
unala con un profilo (sezione dellala fatta secondo un piano perpendicolare
alla dimensione maggiore dellala stessa) che sia convesso nella superficie superiore
e concavo nella superficie inferiore.![]() Supponiamo che lala si muova orizzontalmente da sinistra verso destra, in modo da dare origine ad una corrente fluida la cui velocità relativa viene ad essere diretta da destra verso sinistra. |
Il risultato sintetico della azione
dellaria sullala è una forza F che non è più orizzontale, ossia non è più
diretta in senso contrario alla velocità dellala, ma si avvicina più alla
verticale che alla orizzontale.
Perciò, se decomponiamo la F in una componente orizzontale e in una componente verticale,
risulta la maggiore ed è denominata portanza in quanto è capace di portare un peso,
opponendosi alla forza di gravità.
La portanza aerodinamica è dunque una forza, procurata dallala in velocità :
P = (cp)e S V²/2
E questa forza che si utilizza per
la sostentazione del velivolo.
La portanza risulta proporzionale al quadrato della velocità relativa alla superficie
dellala e ad un coefficiente dipendente dalla forma dellala e dalla sua
incidenza, ossia dallassetto dellala rispetto
allaria.
E da tenere sempre presente che in unala una sufficiente portanza aerodinamica
si determina soltanto per una velocità relativa superiore ad un minimo.
Possiamo ora analizzare qualche aspetto
del fenomeno che dà origine alla portanza: considerando un profilo alare, si verifica che
nel primo tratto della parte superiore dellala la corrente fluida aumenta di
velocità e allora si determina una diminuzione di pressione: in quasi tutta la parte
inferiore dellala la corrente fluida diminuisce invece di velocità e vi determina
un aumento di pressione.
Lala risulta così più aspirata dallalto che spinta
dal basso: i due effetti naturalmente si sommano, e la forza complessiva risulta verso
lalto.
La portanza è anche una conseguenza di una dissimetria del flusso aerodinamico intorno
allala; in determinati assetti la dissimetria può derivare soltanto da una
prevalenza di depressioni nella parte superiore rispetto a depressioni nella parte
inferiore.
Una ultima interpretazione del fenomeno della portanza deriva dalla constatazione che nel
bordo posteriore dellala ( bordo di uscita ) si producono i vortici di scia, i quali
si staccano dallala e si srotolano verso il basso aumentando di ampiezza e
diminuendo di vigore.
Lala costituisce lorgano
generatore della portanza del velivolo e merita perciò una trattazione piuttosto
particolareggiata.
Il profilo costituisce il connotato più importante che differenzia in modo particolare
unala da unaltra: in un profilo notiamo il bordo dattacco ( punto
estremo anteriore ) e il bordo duscita ( punto estremo posteriore ); il segmento che
unisce i due punti suddetti si chiama corda del profilo.
Unaltra particolarità del profilo è costituita dalla curvatura, rappresentata
precisamente dalla curvatura della linea media rispetto alla corda.
Notiamo che mentre gli aeroplani antichi, relativamente lenti, avevano ali a profilo molto
curvo ispirato dal profilo delle ali degli uccelli, i moderni aeroplani veloci adottano
profili alari generalmente biconvessi e di piccola curvatura.
I profili curvi presentano in genere migliori caratteristiche di portanza, ma sono
peggiori, dal punto di vista della resistenza, dei profili biconvessi specie sottili:
questi sono perciò preferiti nei moderni velivoli veloci.
Lala si presenta con una forma allungata, con lapertura alare perpendicolare
alla direzione di avanzamento.
La larghezza dellala, cioè la dimensione perpendicolare allapertura, si
chiama profondità alare: il rapporto tra lapertura alare e la profondità è detto
allungamento e costituisce una caratteristica molto importante.
Ad esso è direttamente connesso il rendimento dellala e in particolare la
cosiddetta efficienza massima, che possiamo definire come la capacità da parte
dellala di sopportare il massimo peso usufruendo della minima forza di trazione.
Lincidenza, che si può definire grossolanamente come langolo secondo cui
lala attacca laria, assume dunque la massima importanza per la funzionalità
dellala.
Se unala ha un profilo simmetrico la portanza non si produce a incidenza zero, ma
comincia a manifestarsi appena lala fa con la direzione della corrente aerea un
piccolo angolo, cioè appena si determina dissimetria nel campo aerodinamico.
Superata una certa incidenza, detta incidenza critica, tutta la vena fluida si distacca e
si allontana dal dorso dellala, immediatamente dopo il bordo dattacco; la
circuitazione si interrompe, e lo spazio adiacente alla zona dorsale risulta
invaso da aria stagnante e da scie vorticose, diventando inattivo agli effetti della
portanza.
Questo distacco, cui consegue una repentina caduta della portanza, va sotto il
nome di effetto di stallo: è importantissimo notare che lo stallo si produce ad una
determinata incidenza qualunque sia la velocità.
Quanto alla resistenza anche essa ovviamente aumenta con laumentare
dellincidenza, per laumentare della superficie frontalmente esposta.
Il rapporto tra la portanza e la resistenza per ciascuna incidenza si chiama efficienza
aerodinamica o finezza, ed è una caratteristica molto importante in quanto definisce il
rendimento dellala.
Il valore della efficienza indica anche il rapporto esistente tra il peso sopportato e lo
sforzo di trazione, cioè:
Gli ipersostentatori, come
dice la stessa parola , sono dispositivi che si applicano allala, generalmente nel
bordo duscita, per accrescerne la capacità sostentatrice, attraverso un incremento
del coefficiente di portanza e talvolta anche per aumentare la superficie.![]() Un incremento della portanza dellala comporta quindi una vantaggiosa riduzione della velocità minima del velivolo, quella velocità al di sotto della quale il volo non è più possibile. E questa la velocità che si cerca di mantenere al momento dellatterraggio, perché quanto più bassa essa sarà tanto più facile e sicura risulterà la manovra, e tanto più breve sarà il percorso che il velivolo dovrà compiere a terra per smaltire la velocità residua. Esistono vari tipi di ipersostentatori, tutti comunemente denominati con la voce inglese flap. Alette ipersostentatrici possono essere applicate al bordo dattacco dellala: esse, abbassate a comando, determinano un aumento della curvatura alare e quindi un incremento della portanza alle basse velocità. |
I FLUIDI E LE LEGGI CHE REGOLANO IL VOLO
Per poter comprendere le leggi che regolano il volo è
di fondamentale importanza comprendere che un velivolo, come tutti i corpi, è immerso in
un fluido.
La proprietà fondamentale che li caratterizza è la possibilità che essi hanno di
scorrere,cioè di mettersi in movimento, cambiando di forma, sotto
lazione di forze tangenziali di scorrimento relativamente deboli.
Quando un fluido è in quiete,i diversi strati che costituiscono la sua massa non possono
esercitare gli uni sugli altri che sforzi normali.
Infatti se esistessero sforzi tangenziali, dovrebbe esserci necessariamente movimento, in
quanto tali sforzi provocherebbero uno slittamento dei vari strati.
Allorquando i fluidi reali sono in movimento si manifesta un importante
proprietà:la viscosità.
Essa rappresenta lattrito interno che si palesa tra strati fluidi in movimento
relativo fra loro ed è dovuta al moto di agitazione molecolare, che provoca un fenomeno
diffuso, mediante il quale le molecole di due strati fluidi contigui interferiscono tra
loro, passando nei due sensi dalluno allaltro strato.
Se i due strati contigui hanno differenti velocità si viene a stabilire uno scambio di
quantità di moto fra le molecole che passano da uno strato allaltro, le molecole
relative allo strato più lento, passando a quello più veloce,assorbono una certa
quantità di moto ed esercitano su questultimo unazione di rallentamento,
mentre le molecole che passano dallo strato più veloce a quello più lento finiscono per
cedere energia a questultimo, tendendo ad accelerarlo.
Lostacolo![]() |
Pertanto, in prossimità della parete si stabilisce un
gradiente di velocità che sarà sicuramente massimo sulla superficie dellala e va
diminuendo man mano che ci si allontana da essa in direzione normale.
Teoricamente lazione frenante esercitata dal profilo alare dovrebbe ritenersi fino a
distanza infinita, in pratica gia ad una certa distanza il gradiente si è talmente
ridotto da potersi ritenere nullo.
Potremmo quindi ritenere che la regione fluida intorno al profilo alare è suddivisa in
due parti:
· La prima, nelle immediate vicinanze del corpo è caratterizzata da gradienti
trasversali di velocità e quindi dalla presenza di sforzi tangenziali. Tale zona entro la
quale si risentono gli effetti della viscosità del fluido, prende il nome di strato
limite ed ha uno spessore assai piccolo (nellordine del millimetro).
· Nella seconda, di gran lunga più ampia, non sono invece apprezzabili gli effetti della
viscosità.
Quando un velivolo è fermo al suolo, lunica forza che agisce su di esso è la forza di gravità. Questa forza è il peso (o weight)ed agisce verticalmente dallalto al basso tutto il tempo.
![]() Perché un velivolo possa generare portanza deve essere spinto in avanti attraverso una massa daria dai motori. Questa forza è data dai motori e si chiama comunemente spinta o potenza (thrust o power). |
Dal primo momento in cui il velivolo inizia a muoversi, la massa daria attraversata dal velivolo genera una forza opposta alla spinta, questa forza si chiama resistenza (o drag). | ![]() |
Quindi,quando un velivolo si muove vi sono quattro forze che agiscono su di esso, e sono:
PESO, PORTANZA, SPINTA E RESISTENZA
Esse sono strettamente correlate tra
loro:
· maggior peso, maggiore la portanza necessaria;
· maggiore la portanza, maggiore la resistenza;
· maggiore la resistenza, maggiore la spinta necessaria e così via
Come si genera portanza?
Consideriamo una superficie alare immersa
nellaria e in moto relativo rispetto a questa, e sia a (ALPHA) langolo di
incidenza, cioè langolo che il vettore velocità V forma con la coda del profilo. Studiando il campo fluidodinamico intorno al profilo ci si è accorti che esso è turbato dalla presenza di questultimo, tanto che i filetti fluidi, aventi un andamento orizzontale a monte dellala, vengono deflessi verso il basso nel momento in cui lasciano il bordo duscita. In altri termini lala induce sulle particelle daria delle accelerazioni verticali verso il basso. |
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Lala applica una forza F alla massa daria che attraversa accelerandola verso il basso. Per il principio di azione e reazione se lala è in grado di applicare alla massa daria tale forza diretta verticalmente verso il basso, necessariamente le particelle daria fanno nascere sullala una forza uguale e contraria, diretta cioè verso lalto.
Da quanto detto appare
evidente che la portanza è: · proporzionale alla pressione dinamica; · proporzionale al quadrato dellapertura alare; · dipende dallangolo di incidenza e dalla geometria delle ali. Guardando il fenomeno più da vicino, vogliamo esaminare in dettaglio ciò che succede sul dorso e sul ventre dellala. Si prende in esame la linea di corrente y-y che, suddividendosi vicino al bordo di attacco, scorre poi intorno al dorso e al ventre e che ricongiungendosi sul bordo di uscita, ridiventa ununica linea di corrente. |
![]() |
![]() |
La particella ha inizialmente
la velocità della corrente libera e decelera fino a fermarsi sul bordo di attacco in un
punto, detto punto di ristagno. Da questo punto la particella si allontana seguendo la superficie alare e la sua velocità aumenta, rispetto a quella della corrente indisturbata sino a raggiungere il massimo valore allincirca in corrispondenza del massimo spessore percentuale. Successivamente la particella decelera e raggiunge sul bordo di uscita laltro punto di ristagno, dopo di che, accelerando nuovamente, si riporta infinitamente a valle, alla velocità della corrente indisturbata. Per il teorema di Bernoulli la pressione sarà massima nei punti di ristagno e minima lì dove la velocità assume i valori più elevati. Traducendo graficamente i valori di queste pressioni e depressioni in tanti vettori nei vari punti del profilo e normalmente alla linea del suo contorno si può ottenere in modo molto espressivo la distribuzione delle pressioni. Nelle figure a seguire è individuata la distribuzione delle pressioni sul contorno del profilo a diverse incidenze. E il caso di sottolineare che le depressioni sul dorso tendono a risucchiare lala verso lalto, mentre le pressioni sul ventre la spingono nello stesso senso. In altri termini il massimo contributo alla portanza è fornito dalle depressioni sul dorso, incede che dalle depressioni sul ventre come erroneamente potrebbe immaginarsi. |
Abbiamo già parlato della viscosità
dei fluidi ed abbiamo individuato nello strato limite la zona di fluido, nella quale le
forze viscose non sono affatto trascurabili.
Il deflusso delle particelle fluide allinterno dello strato limite può essere di
due tipi: laminare o turbolento.
Il moto laminare è caratterizzato da linee di corrente tra loro parallele e cioè i
diversi strati scorrono luno sullaltro senza mescolarsi.
Nel moto turbolento, invece il deflusso è del tutto irregolare, le particelle fluide
passano da uno strato allaltro e sono presenti rapide e disordinate variazioni
dellintensità, della direzione e del verso del vettore velocità. Tali movimenti
irregolari delle particelle fluide conducono alla formazione di vortici che rimescolano
continuamente il fluido dei diversi strati.
Una classica esperienza condotta da Reynolds permise di osservare che il flusso rimaneva
laminare se era caratterizzato da un numero di Reynolds inferiore ad un valore detto
numero di Reynolds critico; mentre al di sopra di tale valore il moto assumeva un
comportamento turbolento.
Altre esperienze compiute su un corpo lambito da una corrente hanno evidenziato che lo
strato limite laminare non si stende per tutta la lunghezza del corpo, ma esso diviene
turbolento allorquando il numero di Reynolds locale supera il valore di Reynolds critico.
Si vede come il flusso nello
strato limite passi da laminare a turbolento nel punto T, detto punto di transizione, ove
localmente si raggiunge il numero di Reynolds critico.
Si noti anche come lo spessore dello strato limite aumenti man mano si passa dal moto
laminare a quello turbolento e come nei flussi turbolenti gli sforzi tangenziali sulle
pareti, siano maggiori rispetto ai valori che si producono nei flussi laminari.
Tali flussi sono però estremamente instabili e sotto lazione di un pur
impercettibile disturbo a sformarsi in irregolari flussi turbolenti.
In particolare ciò accade:
a) sotto lazione delle perturbazioni provocate dalla rugosità della superficie;
b) allaumentare della turbolenza iniziale della corrente;
c) al crescere del numero di reynolds;
d) in presenza di gradienti avversi di pressione.
Il punto di transizione T, che è per lo più seguito da una zona di transizione, sulla
quale inizia il flusso turbolento si spostano verso il bordo dattacco al crescere
del numero di reynolds della corrente indisturbata e del grado di turbolenza iniziale,
della rugosità della superficie e della curvatura del profilo.
Un altro importante fenomeno
connesso agli strati limite è quello della separazione della vena fluida. Seguendo lo sviluppo dello strato limite lungo il contorno di un profilo alare potremmo individuare una zona (dal punto di ristagno anteriore fino al punto T di transizione) nella quale il deflusso è laminare, un'altra zona, delimitata dal punto di transizione sino al punto S, detto punto di separazione, nella quale lo strato limite è turbolento ma ancora aderente alle pareti ed infine una zona a valle del punto S nella quale la corrente fluida si distacca dal corpo e origina una scia turbolenta. |
![]() |
Vogliamo ora approfondire il motivo per
il quale le particelle fluide si separano dalle pareti.
Per chiarire il fenomeno ricorriamo al teorema di Bernoulli, il quale dal punto di vista
energetico esprimeva il concetto che in un fluido non viscoso la somma delle sole forme di
energia presenti cioè quella potenziale (di pressione) e quella cinetica restava
costante.
Lungo il profilo quindi si aveva una trasformazione di energia di pressione di energia
cinetica e viceversa e non vi erano dissipazioni di energia di attrito.
Ciò consentiva alle particelle di viaggiare anche contro gradienti di pressione avversi
(aumenti di Pressione) a spese della loro energia cinetica e quindi di seguire
lintero contorno del corpo.
In un fluido reale essendo presente la viscosità e quindi un fattore dissipativo, parte
dellenergia cinetica deve essere impiegata per vincere lattrito e quindi viene
dissipata proprio nelle immediate vicinanze della parete, lì ove le forze viscose non
solo trascurabili.
Pertanto non è più possibile ottenere una totale riconversione dellenergia
cinetica in energia di pressione.
Inoltre la particella, che ha dovuto spendere energia cinetica per effetto della
viscosità si può trovare ad affrontare gradienti di pressione positivi (aumenti di
pressione nella direzione del moto) che ne ostacolano il moto stesso.
Accade pertanto che essa non ce la faccia ad andare avanti e si fermi per poi invertire il
suo movimento sotto leffetto della pressione più forte a valle che a monte.
Si verifica quindi uninversione del flusso con la conseguenza di una sua separazione
e formazioni di una scia.
La resistenza di origine viscosa che un profilo alare incontra nel suo moto relativo
prende il nome di resistenza di profilo.
Essa può essere suddivisa in resistenza di attrito e resistenza di scia o di forma.
![]() |
La resistenza di attrito D è
dovuta allazione delle forze tangenziali di attrito che nascono allinterno
dello strato limite. Essa costituisce laliquota più grossa della resistenza di
profilo ed è chiaramente influenzata dalla rugosità delle superfici. In particolare la resistenza di attrito è più marcata negli strati limiti turbolenti che in quelli laminari. La resistenza di scia o di forma DS,deriva dal mancato recupero conseguente alla separazione dei flussi e alla formazione delle scie, queste forme di resistenza sono proporzionali alla pressione dinamica. |
Oltre alla resistenza dovuta alla
viscosità, lala è soggetta anche ad unaltra forma di resistenza, detta
resistenza indotta, originata dalla portanza. Si consideri infatti unala in moto
relativo rispetto allaria e ricordiamo che il dorso è caratterizzato da una
depressione e il ventre da una sovrapressione.
Chiaramente laria tenderà, allestremità alari, ad andare dalla zona ad alta
pressione (ventre) a quella a bassa pressione (dorso), creando dei vortici marginali la
cui intensità sarà tanto più grande quanto maggiore sarà la differenza di pressione
tra ventre e dorso, cioè n altri termini quanto maggiore è la portanza.
In definitiva la resistenza totale è la sommatoria della resistenza di scia o di forma e
la resistenza indotta, ed è il prezzo che bisogna pagare per poter generare portanza.
SISTEMI DI IPERSOSTENTAZIONE, AERO FRENI E SPOILER
I sistemi di
ipersostentazione hanno il compito di aumentare i coefficienti di portanza e quindi dei
diminuire le velocità di sostentamento. Nonché di rinviare lo stallo a più elevati
angoli dattacco. E evidente la necessità dellipersostentazione nel ridurre ad esempio lo spazio di rullaggio nel decollo, infatti tanto maggiore sarà laumento del coefficiente di portanza tanto minore sarà la velocità di decollo e quindi lo spazio in cui esso avverrà. Per motivi di tempo analizzeremo solo alcuni tipi di flap fra i più utilizzati. |
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Consentono di variare la
curvatura essendo costituiti da alette poste sul bordo duscita le quali possono
essere ruotate verso il basso con diversi angoli. Spesso possono anche spostarsi allindietro formando dei canali (slots), i quali, ponendo in collegamento il ventre e il dorso dellala energizzano la vena fluida, la quale come detto in precedenza quando parlavamo di portanza, tende a distaccarsi alle alte incidenze. |
Vi sono diversi tipi di flaps, e sono:
· plain flap;
· split flap;
· slotted flap;
· fowler flap,
· leading edge slat;
Plain flap
Il plain flap è uno dei flap di più semplice costruzione. Viene comunemente
utilizzato su velivoli che volano con velocità caratteristiche basse e che non
necessitano di decollare su corte distanze.
Split flap
Il flap in questo caso è parte integrante del ventre dellala, la sua
caratteristica è quella di non modificare il profilo superiore dellala quando il
flap è abbassato.
Questo tipo di flap dà pressoché lo stesso incremento in termini di potenza del plain
flap a bassi angoli dattacco ma, agli alti angoli dattacco da un apporto
leggermente superiore.
Ciò è dovuto al fatto che non modificando la superficie superiore dellala il
distacco della vena fluida è ritardato. Rispetto al plain flap la resistenza generata è
superiore.
Slotter flap
La particolarità di questo tipo di flap è quella di generare dei gap
nel momento in cui viene abbassato. La funzione di questa gap è quello di
permettere il passaggio di aria dal ventre (che ricordiamo avere una maggiore pressione)
al dorso dellala allo scopo di rigenerare la vena fluida determinando un ritardo nel
distacco della stessa.
Questo tipo di flap da grande apporto alla potenza rispetto al plain flap, ma di contro è
molto complesso da costruire.
Fowler flap
Il fowler flap, a differenza degli altri tipi di flap, prima di abbassarsi si sposta
indietro. Questo permette un aumento della superficie e della corda, con conseguente
aumento di potenza (si ricorda che il coefficiente di portanza è in funzione della
superficie alare).
Il fowler flap rispetto agli altri tipi di flaps è quello che genera la maggior portanza.
Leading edge slat
Spesso sui veicoli moderni si ha una combinazione di flaps posteriori con flaps
anteriori (slats), i quali allontanano ancor di più il pericolo della separazione della
vena fluida con conseguente stallo aerodinamico.
Il leading edge slat non è altro che un flap che si estende dal bordo dattacco
anteriore e che permette come per alcuni tipi di flap il passaggio di aria dal ventre al
dorso dellala rienergizzando così la vena fluida.
Aerofreni
Durante il volo può presentarsi la necessità di effettuare discese ripide o di
ridurre rapidamente la velocità a causa di emergenze che si possono verificare o più
semplicemente per motivi di carattere operativo.
In tali circostanze si ricorre a particolari dispositivi detti aerofreni.
Essi sono veri e propri freni aerodinamici costituiti da superfici mobili poste per lo
più sulle ali, vicino al timone o sotto la fusoliera: Possono essere delle normali
superfici o presentare delle forature per aumentare la resistenza aerodinamica.
Gli aerofreni posti sullala presentano una fessura lungo tutta la loro estensione,
in prossimità dellarticolazione con la superficie alare in modo che il loro
utilizzo consente allo strato limite di continuare a restare aderente allala, senza
che vi sia possibilità di distacco della vena fluida con conseguente perdita di portanza.
Spoiler
Gli spoiler, pur aumentando la resistenza come gli aerofreni, hanno invece
essenzialmente la funzione di ridurre la portanza e sono, similmente agli aerofreni,
costituiti da superfici mobili poste sul dorso alare.
Essi interrompono, diversamente dagli aerofreni, il flusso dello strato limite e provocano
il distacco della vena fluida con conseguente perdita di portanza.
A differenza delle altre superfici aerodinamiche, di norma vengono utilizzati in
atterraggio, dopo che il velivolo ha toccato il suolo, per far aumentare laderenza
tra pneumatico e pista con conseguente miglioramento sugli effetti frenanti.
Vengono utilizzati anche in volo per coadiuvare gli alettoni. In tal caso però gli
spoiler, detti spoiler di volo si sollevano solo parzialmente e solo dal lato
in cui si solleva lalettone.
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Finora abbiamo parlato di
portanza e di superfici mobili dellala, un altro elemento importante è dato dalla
forma in pianta dellala stessa e dalle diverse caratteristiche che essa ne comporta. Di seguito sono rappresentante alcune forme tipiche che vanno dalla più antica forma rettangolare a quella a freccia. |
I principali profili alari utilizzati nellaviazione civile moderna, e che andremo ad analizzare, sono quelli rettangolari e a freccia.
Il profilo rettangolare
Quello che fino ad ora non abbiamo detto, è che quando su una superficie alare si
verifica uno stallo esso non avviene simultaneamente e nello stesso modo per tutti i
profili alari.
Nel caso del profilo alare rettangolare , la separazione della vena fluida ha origine
dalla radice per poi espandersi fino allestremità alare.
La riduzione della portanza
quindi avviene prossima al centro di gravità, se lo stallo avviene in modo assimetrico,
cioè prima su unala che sullaltra, avremo come conseguenza una piccola
tendenza del velivolo alla rotazione, il velivolo perderà quota ma resterà più o meno
livellato con le ali. La perdita di portanza porterà il centro di gravità
allindietro e la prua del velivolo tenderà a cadere. Quindi cè
una naturale tendenza del velivolo a rimanere lontano dagli angoli dattacco critici. Inoltre, il distacco della vena fluida dalla radice dellala verso lestremità oltre a permettere il controllo laterale del velivolo fino al completo stallo aerodinamico, fa defluire lo strato turbolento lungo la fusoliera verso i piani di coda dando un avviso aerodinamico al pilota dellavvicinamento alla condizione di stallo stesso. |
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Tutti questi fattori danno le migliori caratteristiche desiderabili per un profilo alare. Sfortunatamente però il profilo rettangolare ha degli sforzi alla radice dellala indesiderabili ed inoltre aerodinamicamente poco efficiente. Per questi motivi i moderni velivoli utilizzano per lo più ali a freccia o trapezoidali.
Il profilo trapezoidale
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A differenza del profilo
rettangolare, in questo tipo dala, la separazione della vena fluida ha origine
dallestremità alare per poi espandersi fino alla radice. In questo tipo di ala se si verifica uno stallo, lo stallo in se provocherebbe vibrazioni sui comandi laterali e probabili violente rotazioni del velivolo, inoltre a differenza del profilo rettangolare non ci sarebbe nessuna avvisaglia aerodinamica. |
Per evitare il verificarsi di tali
condizioni il profilo di questa ala deve essere modificato con:
· una torsione geometrica dellala riducendo langolo dattacco
allestremità alare e incrementandolo man mano che ci si avvicina alla radice;
· variando lo spessore dellala stessa in relazione alla sua lunghezza;
· applicando dei leading edge slot al fine di rienergizzare la vena fluida.
Un altro metodo per forzare questo tipo di profilo alare al stallare prima alla radice è
quello di applicare sul bordo di attacco una stall strip. Questo non è altro
che un profilo con il raggio del bordo di attacco ridotto il quale ha come effetto quello
di far si che il distacco della vena fluida si verifichi anticipatamente rispetto al resto
dellala.
Questo profilo aerodinamico viene posizionato prossimo alla radice del bordo
dattacco.
Un ulteriore metodo per aiutare a prevenire lo stallo delle estremità alari è
lapplicazione di vortex generator. Esse sono dei profili aerodinamici
proiettati verso lalto nella vena fluida della lunghezza di un paio di centimetri.
Questi non fanno altro che generare un flusso daria libero che va ad aggiungere
energia cinetica alla vena fluida diradandone la separazione.
Tutto questo al fine di forzare lala a stallare prima alla radice che alla sua estremità.
Il profilo a freccia
Il profilo a freccia tra i vari profili è quello più utilizzato, in quanto ci
permette di ritardare linsorgere del mach critico e quindi di volare ad elevate
velocità.
Questo profilo però, oltre ad avere la tendenza a stallare prima alle estremità come per
il profilo trapezoidale, porta il centro di pressione verso il centro di gravità
generando così un momento a cabrare del velivolo in fase di stallo.
Questo fenomeno è conosciuto
come pitch-up, ed è un fenomeno molto pericoloso per la condotta del volo in
quanto, come detto in precedenza, per poter rimettere il velivolo in condizioni di volo a
seguito di uno stallo è necessario ridurre langolo dattacco. Nel fenomeno di
pitch-up il velivolo in stallo tende a mantenere un assetto cabrato
incrementando langolo dattacco e rendendo impossibile riprendere il controllo
del velivolo. Tale fenomeno è causato dal down wash, ossia tutta la portanza generata dallala va ad investire i timoni di coda i quali, a loro volta, vanno ad aumentare lassetto cabrato del velivolo. |
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Onde evitare questo tipo di problema, che porterebbe ad una catastrofe, in sede di progettazione vengono incorporati nellala alcuni accorgimenti aerodinamici al fine di mantenere indisturbata la massa daria del timone di coda.
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Uno di questi sono le
wing fence, composto da una lamina metallica che avvolge il profilo superiore
(o dorso) dellala dal bordo dattacco a quello duscita allo scopo di
evitare il deflusso daria dalla radice allestremità. Aggiungono solitamente i
vortilon se i motori dellaereo sono posizionati sulla fusoliera del
velivolo e si vanno ad aggiungere, come effetto aerodinamico, alle wing fence ad alti
angoli dattacco. Un altro accorgimento tecnico poco utilizzato nei moderni velivoli di linea è lo saw tooth il quale ha lo scopo di generare un forte vortice ad angoli dattacco elevati limitando così il deflusso daria dalla radice allestremità. |