Leonardo Da Vinci nasce nel 1452 in un
piccolo borgo vicino a Vinci, da una contadina ed un notaio.
Ad un anno dalla sua nascita, il padre sposa una donna di nobile famiglia, lasciando alla
madre il compito di svezzare il bambino.
Alletà di cinque anni Leonardo va a vivere nella casa paterna, con laffetto
della matrigna ma non del padre, che comunque lo considera come un figlio illegittimo.
Nel 1460, trasferito con la famiglia a Firenze, il padre indirizza Leonardo a BOTTEGA, e
più precisamente nello studio di ANDREA DEL VERROCCHIO, rinomato pittore dellepoca.
Leonardo resta in questa bottega fino alletà di trentanni e, nel 1482, si
reca a Milano, alla corte di LUDOVICO IL MORO il quale, grandissimo ammiratore delle opere
pittoriche leonardesche, le finanzia senza alcun riserbo.
Tra i due si crea un rapporto di profonda amicizia, che farà sì che la permanenza a
Milano dellartista duri fino alla cacciata del signore.
In questo ambiente di grande apertura culturale, Leonardo svolge numerose professioni: è
pittore, ingeniere, architetto, idraulico, allestitore di spettacoli teatrali ed infine
musicista.
Nellambito pittorico, di questo periodo è una sua grandissima innovazione tecnica:
lintroduzione del colore sfumato nella prospettiva.
Nel 1495 incomincia, in Santa Maria delle Grazie, la realizzazione di una delle sue opere
più famose in assoluto: LULTIMA CENA.
Nellanno 1499, nel contesto storico dellinizio del conflitto Franco
Asburgico, per opera del re di Francia Luigi XII, Ludovico il Moro viene cacciato dalla
città di Milano (come sopra accennato), che diventa di competenza francese.
Leonardo, in quando collaboratore del vecchio signore, è costretto a fuggire prima a
Mantova, poi a Venezia ed in Friuli, subendo una forma di esilio.
Nel 1500 si reca a Firenze e nel 1502 viene assunto al servizio di CESARE BORGIA, detto
anche Duca Valentino, definito al tempo stesso volpe e leone, a causa della
sua astuzia unita ad una grande forza militare.
Nonostante Leonardo non condivida a pieno alcune posizioni prese da questo personaggio, vi
si adatta e non vi pone attenzione: per lui, infatti, limportante è avere la
possibilità di svolgere il suo lavoro in un ambiente protetto da eventuali problemi
esterni. In questo, Leonardo rispecchia in pieno la figura dellartista umanista,
disposto a cedere a compromessi con il signore pur di ottenere la sua benevolenza, senza
interessarsi del mondo politico e sociale esterno alla corte.
Accade però che il duca Valentino venga spodestato poco dopo.
Leonardo deve quindi ritornare a Firenze nel 1504. in questo periodo dipinge LA GIOCONDA.
Nel 1506 torna a Milano, per poi girovagare nuovamente per le corti italiane.
Nel 1508 fa ritorno definito a Milano, riprendendo le proprie mansioni, almeno fino al
1513.
In questanno si reca a Roma, a servizio di Federico De Medici.
Nel 1516 viene contattato dal nuovo re di Francia, FRANCESCO I, il quale gli concede un
incarico ufficiale: primo pittore ed ingeniere del re.
A Leonardo viene concessa una residenza nel castello di Ambois, vicino a Parigi.
In questo luogo mostra ancora una volta tutta la sua genialità, rimodernando lala
est del castello, residenza del re, ed abbellendola con impressionanti giochi
dacqua.
Nel 1519, alletà di 67 anni, dopo aver redatto un testamento con cui lasciava i
suoi scritti ed i suoi strumenti allallievo Francesco Melzi, muore nel suo castello
e le sue spoglie vengono sepolte nella chiesa di San Valentino.
1. LA GRAFIA
Leonardo scrive abitualmente con la mano sinistra, compilando la pagina a partire dal
margine destro. Usando lo specchio, la sua scrittura torna ad assumente il carattere per
noi abituale.
La sua grafia si modifica nel tempo, passando dalle forme eleganti e barocche degli anni
giovanili alla stile nitido e regolarmente spaziato degli anni maturi.
Negli ultimi anni appare nervosa, stenografica e a volte sciatta.
2. LEREDITA' LETTERARIA
Alcuni dei manoscritti vinciani pervenutici conservano la composizione originaria, mentre
altri, come il codice Arundel e il Codice Atlantico, sono il risultato
dellassemblaggio, dopo la morte di Leonardo, di fascicoli originali, smembrati da
collezionisti per formare raccolte di fogli tematicamente omogenee.
Dei codici originali, alcuni sono quaderni compilati in forma relativamente ordinata;
altri sono invece taccuini di formato tascabile, riempiti di note e disegni senza ordine.
3. LA COMPILAZIONE DEI CODICI
Quasi sempre Leonardo inizia la compilazione del codice partendo da quella che per noi è
lultima pagina.
Spesso, come nel codice Leicester, utilizza fogli sciolti che solo successivamente
riunisce in forma di codice. A volte, come nel Codice degli Uccelli, una prima
utilizzazione del fascicolo per disegni botanici e anatomici è seguita a breve distanza
da un riutilizzo per appunti diversi, che si sovrappongono alle precedenti registrazioni.
Raramente un foglio o un codice leonardesco formano un testo organico e coerente.
Lunica eccezione è il codice di Madrid I, che in alcune parti mostra un tentativo
di stesura di un vero trattato sulla meccanica.
Alla morte di Leonardo, come prima
accennato, le sue opere ed i suoi strumenti passarono allallievo Francesco Melzi, il
quale mantenne il patrimonio del maestro pressoché intatto. Alla morte del Melzi,
avvenuta nel 1570, però, i suoi eredi smembrarono le opere e le vendettero in pezzi.
Le 5000 carte di appunti, particolari perché scritte a specchio, da destra verso
sinistra, furono divise spesso per temi (a volte le pagine venivano addirittura ritagliate
in più parti, in quanto su ogni foglio potevano essere presenti appunti di argomenti
differenti) e vendute al miglior offerente in tutta lEuropa.
Il più grande responsabile di questopera di dispersione fu un certo Pompeo Leoni,
il quale divise i disegni tecnici da quelli pittorici ed in seguito suddivise i tecnici
per tipo di macchine rappresentate, creando due codici: il Codice Atlantico e il Codice
Windsor.
Oltre a queste due opere se ne hanno altre sei, custodite nella Biblioteca Ambrosiana di
Milano fino al 1796, anno in cui Napoleone le portò in Francia.
Qui di seguito ecco una descrizione di tutti i codici leonardesche.
1. Codice Arundel: è una raccolta di 282 fogli di diverso formato, sia
non tagliati che ricomposti. Contiene appunti di fisica, meccanica, ottica, geometria
euclidea, pesistica ed architettura. È conservato al British Museum di Londra.
2. Codice Atlantico: contiene 1119 fogli, divisi in 12 volumi di formato
66 x 45 cm. Si data tra il 1478 ed il 1518. è una raccolta di appunti di matematica,
astronomia, botanica, zoologia, macchine militari. Il nome Atlantico deriva
dal fatto che anticamente i fogli erano rilegati in un unico, grandissimo volume. È
conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano.
3. Codice Trivulziano: si costituisce di 55 fogli (originariamente erano
62, ma 7 sono perduti) di formato 20,5 x 14 cm. È databile tra il 1487 e il 1490.
contiene appunti di architettura militare e religiosa e studi sul miglioramento dello
stile pittorico. È conservato nella Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco a
Milano.
4. Codice degli Uccelli: il numero dei fogli è molto ridotto, soltanto
17 pagine, di formato 21 x 15 cm. Non è databile e tratta dello studio del volo degli
uccelli con un approccio meccanico. È conservato nella Biblioteca Reale di Torino.
5. Codice Ashburnham: deriva dalla fusione di due codici e comprende
manoscritti cartacei di formato 24 x 19 cm. È datato tra il 1489 e il 1492. contiene
studi pittorici ed è conservato in Francia.
6. Codice dellIstituto di Francia: un sesto codice è conservato a
Parigi e comprende fogli eterogenei (scrittura su carta, pergamena, cartone e pelle), di
formato che varia dai 10 x 7 cm ai 31,5 x 22 cm. Tratta di ottica, arte militare,
geometria, idraulica ed uccelli.
7. Codice Forster: è composto da tre manoscritti su carta, di dimensioni
diverse. Il primo tomo è di formato 14,5 x 10 cm; il secondo di 19,5 x 7 cm ed il terzo
di 9 x 8 cm. È una raccolta di appunti di idraulica e geometria, datati dal 1493 (il più
antico) al 1505. Viene conservato a Londra, al Victoria and Albert Museum.
8. Codice Leicester / Hammer: si tratta di una raccolta cartacea di 36
fogli, di formato 29 x 22 cm, rilegato in pelle e datato 1504 1506. Contiene
appunti di idraulica e studi sul movimento dellacqua. Nel 1994 è stato acquistato
in unasta pubblica da Bill Gates.
9. Codice Windsor: è composto da circa 600 disegni di anatomia umana e
animale e di caricature. Qui si trovano i più bei disegni sui cavalli mai eseguiti da
Leonardo. È datato 1478 1518 e le carte sono di formati diversi. È conservato
presso la collezione privata dei regnanti inglesi.
10. Codici di Madrid: sono divisi in due tomi: il primo comprende 192
fogli di formato 21 x 15 cm, datati 1490 1496, che trattano di meccanica; il
secondo comprende 152 fogli dello stesso formato, datati 1503 1505, riguardanti la
geometria. Sono custoditi a Madrid.
LEONARDO E UNA NUOVA CONCEZIONE DI SCIENZA
Tra tutte le arti messe in pratica,
Leonardo predilige senza dubbio la pittura, mezzo raffinato per conoscere e rappresentare
la realtà sia a livello architettonico, sia a livello umano (ad esempio la sezione dei
cadaveri da lui compiuta è volta ad una migliore raffigurazione della persona).
In quella che dovrebbe essere stata la prefazione di qualche opera, poi, Leonardo si
definisce OMO SANZA LETTERE, a causa della sua mancata formazione letteraria,
tipica dellumanesimo, senza la quale egli non è in grado di leggere o scrivere
opere in greco e in latino.
Egli esprime quindi in volgare, la lingua parlata, le sue tesi ed osservazioni, le quali
sono frutto dellesperienza diretta e non tengono conto degli scritti delle
Auctoritates (Aristotele, San Tommaso), su cui tutti fanno invece affidamento.
Leonardo considera lesperienza diretta più importante e credibile dello scritto
dellautorità, con la quale mette a confronto i risultati della propria opera
sperimentale.
Inoltre denuncia gli errori commessi dalla scienza del tempo, dando ad esempio
dimostrazione che gli organi interni del copro umano sono in posizioni diverse da quelle
indicate da Aristotele.
A causa delle sue convinzioni viene aspramente criticato dalla Chiesa e subisce alcuni
processi per stregoneria.
Leonardo non demorde però dai suoi intenti e viene a creare il primo metodo sperimentale,
oggi al centro di tutta la ricerca scientifica.
Leonardo procede nelle dimostrazioni
delle sue teorie per induzione, ossia partendo dallanalisi del fenomeno particolare
per giungere ad una legge generale.
Nel brano COGNIZIONE MECCANICA E COGNIZIONE SCIENTIFICA parla di una sua
profonda convinzione: non è possibile scindere il lavoro dellartigiano da quello
dellartista (pittore o scultore) in quanto lartigiano deve essere creativo
nella sua opera e, allo stesso modo, lartista deve avere una buona tecnica di
lavoro. In questo modo dimostra che labilità tecnica può e anzi deve essere fusa
alla speculazione intellettuale.
Inoltre Leonardo fa una precisazione della sua teoria di scienza: tutto ciò che non può
essere captato attraverso i cinque sensi non può essere teorizzato scientificamente, in
quanto non se nè fatta esperienza.
In questo modo egli rivaluta profondamente laritmetica e la geometria, materie
considerate basse e indegne dalla letterata società umanistica, che permettono di
misurare il mondo sensibile.
Leonardo ribadisce la falsità delle scienze puramente teoriche nelle quali, non avendo
dati concreti, è possibile cambiare unaffermazione a proprio piacimento ed in
qualsiasi momento.
In questa direzione Leonardo introduce lidea, oggi scontata, che la scienza
sperimentale serve per sviluppare manualmente e concretamente la teoria.
Infine dichiara che la scienza dellesperienza è infallibile: può essere sbagliata
la sua lettura quando luomo ne dà uninterpretazione personale.
UN GRANDE PROGETTO: LA MACCHINA VOLANTE
Come già accennato in precedenza,
Leonardo Da Vinci compie studi di vario genere, che vanno dalla pittura,
allarchitettura, alla meccanica, allidraulica, alla pesistica, alla matematica
ed infine allo studio del volo degli uccelli, volto alla costruzione di una macchina
volante.
Chiamata dal suo ideatore ORNITOTTERO, la sua forma base è quella di
unala di pipistrello, di volta in volta modificata e migliorata.
Ad esempio, da quello che si legge nei manoscritti, il primo modello di macchina volante
prevede che luomo regga sul dorso un infernale marchingegno alato e che lo muova con
la sola forza delle braccia.
In un altro modello si può notare come invece luomo sia sdraiato su un pannello
ligneo, che sostiene le ali, e debba utilizzare la forza delle gambe insieme a quella
degli arti superiori.
In un terzo modello, oltre a gambe e braccia, si può vedere come luomo debba
utilizzare anche movimenti del capo per mettere in moto la macchina.
In seguito lOrnitottero prevedrà lutilizzo di molle invece di muscoli, ed è
questo il progetto di più probabile realizzazione.
Oltre alla forma, Leonardo cura anche laspetto del materiale di costruzione del suo
uccello, che non deve essere troppo pesante, ma allo stesso tempo richiede
grande resistenza.
Per ottenere queste due caratteristiche, in un primo tempo il progetto del congegno
prevede luso di due spirali schiacciate di tela incerata, canna e fil di ferro.
In seguito Leonardo predilige ali palmate dagli scheletri di canna, tendini di cuoio,
molle in ferro in funzione di muscoli e membrane di taffettà apprettato.
Unaltra più aggraziata soluzione prevede la costruzione di alette di pelle, tali da
far penetrare laria nellinnalzamento in modo da venire richiuse grazie alla
pressione nellabbassamento.
Si ignora fin dove Leonardo possa essere giunto con la costruzione della macchina
voltante.
È però certo che abbia compiuto i suoi esperimenti nella Corte Vecchia, il palazzo
sforzesco nei pressi del duomo di Milano, luogo nascosto a sguardi curiosi e indiscreti.
Si ha perfino notizia di precauzioni prese dallinventore in vista del volo di prova
del marchingegno, che sarebbe dovuto avvenire sopra un lago, in modo da evitare schianti
al suolo. Inoltre luomo cavia avrebbe dovuto indossare un
salvagente, in modo da non annegare:
Questo strumento isperimenterai sopra un lago, e porterai cinto un otro lungo,
acciò che nel cadere tu non annegassi (B 74 v.).
Il fatto che Leonardo non sia mai riuscito a portare a termine con successo il suo
ambizioso progetto, si deve alla mancanza di materiali costruttivi adatti in quanto, per
quello che concerne la teoria, le intuizioni leonardesche riguardo la portanza ed i
meccanismi di movimento dellala sono da considerarsi molto argute e moderne.
IL CODICE ATLANTICO E IL VOLO DEGLI UCCELLI
Qui di seguito ecco alcuni frammenti del codice atlantico, con relative immagini e commenti, al fine di meglio comprendere il grandissimo lavoro di osservazione e descrizione compiuto dallautore.
FOGLIO 166 Immagine di uomo con ali. Della condensazion dellaria contro alla saetta che la penetra in cielo, e di quella dellarco. Se la perfezion delleffetto è nella causa, la perfezion dellimpeto è nella forza che lo genera. Ogni parte desidera essere nel suo tutto nel quale meglio si conserva. Come fa la terra nel discendere al basso, ma così non sarebbe, se la terra fussi fori del centro del mondo eccetera.[Qui Leonardo voleva forse troncare il discorso che invece continua: se la terra fosse posta fuori dal mondo e questo fosse occupato dal fuoco.]. Ogni parte ha inclinazion di ricongiungersi al suo tutto per fuggire dalla sua imperfezione. |
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FOGLIO 185 Seconda figura: Quando luccello tiene
stretti li omeri dellalie e largo le lor punte, esso fa più densa laria che
non è laltra dove esso passa. E questo fa per ritardare il moto e non si sviar
dalla linia di tale modo. Terza figura: Ma quando
luccello apre più li omeri che le punte delle alie, allora esso uccello vole
ritardare il moto con maggiore potenzia. Quarta figura: Quando le punte e
li omeri de lalie sono dequal vicinità, allora luccello vol discendere
sanza impedimento dellaria. Quinta figura: Quando
luccello rema ovver batte lalie indirieto nel lor discenso, questo è
manifesto segno che lui aumenta la velocità del suo discenso. Qui per le cause della
disposizione delli uccelli si vede la conseguenza delli effetti, li quali, luna e
laltra insieme giunte, mostrano la volontà dello uccello. Sesta figura: Lalia distesa
da una parte e raccolta dallaltra mostrano luccello declinare con moto
circunvolubile intorno allalia raccolta. Settima figura: Lalie
equalmente raccolte mostrano luccello volere discendere a dirittura. Ottava figura: Mai luccello
sopra vento, nel fine del moto refresso terrà lalie equalmente aperte, perchè
sarebbe dal vento arroversciato; ma raccoglie a sè quella alia, intorno alla quale esso
vol fare il moto circunvolubile, e dirieto a quella saggira, quando si vole
innalzare o discendere. Nona figura: Dice
lavversario che ha veduto le prove come luccello stando collalie
interamente aperte non po discendere perpendiculare con suo danno o parte alcuna di
detrimento, e che concede le prove che non po cadere per taglio allo indirieto, perchè
non po negare le assegnate prove, ed etia[m] non po cadere col capo di sotto; ma che
dubita, se si trovassi per la linia della larghezza dellalie, esser con quella
perpendiculare alla terra, che esso uccello non discendessi giù per tal linia. A questa
parte si risponde che qui la parte più greve de corpi non si farebbe guida del
moto, e tal moto sarebbe contro alla quarta di questo, che fu provato essere
impossibile. |
FOGLIO 196 Come luccel si ferma in su
lalia sopra del vento e non si muove di suo sito. Se l vento che batte dinanzi
luccello, sarà potente quanto luccello che sta sopra il vento, che vol cedere
inver desso vento, allora luccello fia sanza moto, e l moto che li
toccava a fare, fia fatto dal vento in opposita parte. E se l vento è più potente
e luccello remi indirieti, esso uccel fia sanza moto. Se luccello vuole restare immobile
nel cielo, deve assumere diverse posizioni a seconda del vento: se luccello sta
volando controvento e la sua forza e quella del vento si equivalgono, allora esso resterà
immobile; se il vento è più potente, allora luccello deve remare
indietro per restare fisso. |
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FOGLIO 434
Recto Li termini dellalia delli
uccelli per necessità son piegabili. Laria è in disposizione di condensarsi e
rarefarsi. Luccello è strumento operante per legge matematica, il quale strumento
è in potestà dellomo poterlo fare con tutti li sua moti, ma non con tanta
potenzia, ma solo sastende nella potenzia del bilicarsi. |
FOGLIO 571 Le subite mutazioni dellalie
e della coda delli uccelli fanno subite mutazioni di linee ne lor moti. Quando luccello
sinnalza circularmente sanza battere le alie, esso tiene il centro della sua
gravità molto più basso che le punte delle alie e riceve da qualunche lato si sia, il
vento a uso di conio sotto a sè, cioè o sotto la coda o sotto il petto o sotto ciascuna
alia. Luccello che discende, si
mantiene più diritto e sicuro dellarroversiarsi, collalie sotto concavate che
collalie diritte. Quanto la gravità delluccello fia più bassa che
lalie, tanto è più sicuro del voltarsi sotto sopra; come si vede di sopra in
m. Quando tale uccello si leva in
circuli con un sol vento sanza battimento dalie, esso tiene limpeto del vento
sotto tale alie, che lalza come se fussi conio. Quando il vento li dà sotto
lalia sinistra, esso vento passa poi sopra lalia destra, e questo tale vento
arroverscerebbe luccello, se non fussi la coda, la quale esso subito istorce in modo
che il vento le passa di sopra e le fa conio contrario e battevi dentro e lo fa girare. Quando la punta dellalia
destra entra nel filo del vento, allora nessuna cosa è atta nè utile a farsi percussione
del vento infra angoli più equali, che sia il piegar della testa insieme col collo contro
allavvenimento di tal vento. Quando la coda entra nel filo del vento, allora essa
coda è percossa di sotto dal moto del vento, e l capo è percosso sopra, e
luna e laltra alia è percossa di sotto. Quando luccello si leva di
basso, il vento è grandemente in suo favore; el quale, quando se ne vuole valere, da
qualunche parte esso vento si venga, esso uccello si mostra in oblico sopra
lavvenimento del vento, quello pigliando sotto di sè a uso di coneo, dando
principio alla sua elevazione con alquanto di salto. Quellalia che più si
distende, in maggior quantità daria si percote, e per conseguenza manco discende
che non fa lalia più raccolta. Onde il discenso di tal volatile fia fatto per la
linia di quella alia che più si raccoglie. |
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FOGLIO 846 Ecco alcuni disegni per il volo umano: lala è articolata con un sistema di cinghie passanti tra le gambe e attorno al corpo delluomo volante. Lapparecchio è ridotto alla forma più semplice, con ali direttamente applicate al corpo umano. |
FOGLIO 863 Recto Ancora schizzi della macchina volante. Il movimento delle ali è ottenuto non direttamente con la forza muscolare delluomo, ma con la graduata distensione di una coppia di molle. A sinistra è figurato il motore (fondamento del moto) con le molle cariche ossia piegate, e più sopra distese. |
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FOGLIO 934 Recto Meccanismo per lalzata e la rotazione dellala della macchina volante (figura con: L H P T F D E V S A B O C). Qui il primo moto è in C andando in basso per causa delli piedi, e così il medesimo è fatto nel loco D per cagione delle mani. E questi 2 motori si danno per raddoppiare potenzia, e quando la lieva A E monta in alto, la contra lieva E F discende in basso con tutto il rimanente dello strumento F G H L. Ancora quando la lieva A B va colla punta dei piedi in basso, la lieva A V tira a sé la corda V T P e fa girare le lieve P G, e così quando la lieva B A ritorna in alto, allora la corda O S C è tirata dalla lieva A O e fa voltare pel contrario la lieva P G in modo tale che il detto strumento va innanzi per taglio e torna indirieto colla sua faccia. Ancora ti ricordo che l moto delle mani e piedi debbe essere fatto n un medesimo tempo. |
FOGLIO 1058 Verso Studi per il volo meccanico. E qui enunciato per la prima volta il principio della reciprocità aerodinamica: Tanta forza si fa colla cosa in contro allaria, quanto laria contro alla cosa. Si trova poi, nella seconda parte, il primo disegno di paracadute: Se un uomo ha un padiglione di pannolino intasato (2) che sia 12 braccia per faccia e alto 12, potrà gittarsi dogni grande altezza sanza danno d sé. |
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