Sommario
1. Microscopio e un po' d'immaginazione:
la "Tessitura del vino"
2. Esperienza
di laboratorio
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Misurazione del PH
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Contenuto di calcio nel terreno
3. Geologia del suolo morenico
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Il sistema Rissiano
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Il sistema Würmiano
4. Mostimetro Babo di Klosterneuburg (o
densimetro)
5. Esecuzione
dell'esperienza
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Sensazioni visive
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Sensazioni gusto-olfattive
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Sensazioni gustative
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Sensazioni tattili
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Sapore
6. Valutazione organolettica del vino
Bardolino
Nell'idea
complessiva il vino è un liquido limpido, trasparente, colorato variamente nelle gamme
dei gialli e dei rossi, con massa volumica in g/cm³ attorno ad 1, con punto di
ebollizione un po' inferiore a 90°C e punto di congelamento attorno a -5°C; l'edonista
ne descriverebbe l'etereo profumo; il poeta ne canterebbe forse il potere inebriante.
Fisicamente il vino appare come un "continuum" omogeneo, ma se analizzato al
microscopio il biochimico ne riesce a stimare la grandezza e la struttura di alcune
particelle distribuite in modo tale da costituire la cosiddetta tessitura del vino. In
particolare sono le particelle colloidali a determinare il suo aspetto tecnologico e
compositivo.
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Se si considera l'immagine particellare del vino e nel contempo si tiene presente che le trasformazioni chimiche avvengono in seguito ad urti molecolari, si può desumere che il vino stesso è il risultato di un equilibrio che non può essere acquisito una volta per tutte in modo immutabile.
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In altre parole, prescindendo da fenomeni
di tipo enzimatico o microbiologico che potrebbero caratterizzare uno stato alterativo o
di malattia, la sua composizione non è statica, ma destinata ad evolvere. E' evidente
allora l'importanza del fatto che i processi evolutivi siano quelli normali e che su di
essi non intervengano fattori patologici che creerebbero un vino torbido ed opalescente.
In laboratorio abbiamo analizzato un campione di vino non filtrato e utilizzando il
microscopio abbiamo constatato il tipico moto browniano delle particelle colloidali e la
presenza di cellule di lievito, separate mediante centrifugazione, causa dell'opalescenza
del campione.
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La conoscenza del pH del terreno è di primaria importanza per orientare la scelta delle colture. Infatti dal punto di vista chimico sono gli intervalli di pH a indicarci le coltivazioni più adatte.Il pH influenza direttamente la disponibilità degli elementi nutritivi, la vitalità dei microrganismi e la struttura stessa dei terreni.
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Base chimica di quest'ultimo calcolo è la relazione di Gay Lussac secondo la quale il rendimento in peso della fermentazione è pari al 51%. Il rapporto volumetrico invece è del 60%. |
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