Chi era; dove combatteva; le armi

 

GLADIATORE

Gladiatore (dal latino gladius, "spada"), combattente professionista negli spettacoli di lotta tenuti negli anfiteatri e nei circhi dell'antica Roma. La pratica di combattimenti mortali fra uomini armati ebbe origine in Etruria, nell'Italia centrale, probabilmente come rituale durante i funerali di guerrieri morti. La prima esibizione a Roma ebbe luogo nello 264 a.C. durante una cerimonia funebre. Spettacoli su vasta scala vennero promossi da Giulio Cesare, che in un'occasione fece esibire 300 coppie di combattenti; la più grandiosa competizione gladiatoria fu offerta da Traiano (107 d.C.) con 5000 coppie e la più curiosa fu quella di Domiziano (90 d.C.) tra donne e nani. Reclutati fra schiavi, criminali, prigionieri di guerra e più tardi cristiani, i gladiatori erano allenati in scuole chiamate ludi, e venivano sottoposti a una disciplina e a un addestramento rigidissimi. Un gladiatore passato alla storia fu Spartaco, capo di un'insurrezione di schiavi contro Roma che tra il 73 e il 71 a.C. imperversò in tutta l'Italia meridionale. Un gladiatore di successo era cantato dai poeti, viziato dalle dame dell'aristocrazia e a volte sollevato dall'obbligo di combattere ancora. Talora scendevano nell'arena uomini liberi e cittadini, come accadde sotto l'imperatore Commodo. Quando un gladiatore aveva sopraffatto l'avversario, si volgeva verso gli spettatori: questi, agitando un fazzoletto risparmiavano il perdente, voltando il pollice all'ingiù lo condannavano a morte. L'imperatore Costantino vietò i combattimenti di gladiatori nel 325 d.C., ma essi continuarono fino al 500.

     

 

In questo mosaico romano del IV secolo a.C., conservato al Museo archeologico di Madrid, due momenti successivi di un munus gladiatorium, spettacolo di lotta che si teneva negli anfiteatri e nei circhi dell’antica Roma: il combattimento tra un murmullio, armato di scudo e pugnale, e un retiarius fornito di un tridente e una rete con cui cerca di avviluppare l’avversario. La dicitura del mosaico ci informa che dei due contendenti, Astyanax e Kalendio, il primo ha vinto (vicit) e il secondo è rimasto ucciso (la O sbarrata accanto al nome è un’abbreviazione per obiit).

 

ANFITEATRO

Anfiteatro Nell'architettura romana, spazioso edificio scoperto, generalmente di forma ellittica, costituito da uno spazio centrale piano, l'arena, circondato da gradinate disposte in file concentriche e attraversate da corridoi radiali; sotto l'arena potevano trovare posto ambienti di servizio, celle, gabbie per animali. Vi si svolgevano lotte di gladiatori, combattimenti di animali feroci e altri spettacoli; talvolta l'arena veniva allagata per ospitare battaglie navali. Uno degli anfiteatri più antichi è quello di Pompei, che risale all'80 ca. a.C. Nella città di Roma, il primo anfiteatro, in legno, fu costruito nel 59 a.C. dal pontifex maximus Caio Scribonio Curio, mentre il primo parzialmente realizzato in pietra risale al 30 a.C., edificato da Ottaviano. Solo con il Colosseo la città ebbe un anfiteatro interamente costruito in pietra; l'edificio, più propriamente anfiteatro Flavio, fu iniziato dall'imperatore Vespasiano nel 72 d.C. e inaugurato dal figlio Tito nell'80; secondo un documento del IV secolo, esso riusciva a contenere circa 85.000 spettatori, ma gli studiosi contemporanei ritengono che potesse ospitarne solo 50.000. Tutte le principali città dell'impero ebbero un anfiteatro. Fra gli edifici meglio conservati, si ricordano gli esempi di Pozzuoli, Capua, Verona in Italia, Tarragona in Spagna, Nîmes e Arles nella Francia meridionale, El Djem in Tunisia.

 

           

Gli imperatori Vespasiano e Tito fecero costruire l'anfiteatro Flavio, terminato nell'80 d.C., per ospitare giochi e combattimenti di gladiatori. Progettato per accogliere circa 45.000 persone, il Colosseo era attrezzato per offrire tutte le comodità, come un grande velario per proteggere gli spettatori dal sole. Oltre agli spettacoli tradizionali, l'arena poteva ospitare delle battaglie navali, trasformandosi in un vero e proprio lago. Oggi le rovine del Colosseo sono minacciate soprattutto dall'inquinamento atmosferico.

 

 

CIRCO

Circo romano Arena scoperta, presente in alcune delle principali città del mondo romano, derivata da una modificazione dell'ippodromo greco e composta da un lungo circuito per le corse dei carri e dei cavalli. L'arena era circondata da file di posti a sedere (cavea), a eccezione di un'estremità dove erano situate le stalle per i cavalli e i carri (carceres). La pista era divisa in lunghezza da un muro basso, detto spina, intorno al quale correvano i carri. Quattro squadre rivali, che rappresentavano i quattro elementi naturali ed erano perciò vestite di verde, rosso, blu e bianco, guidavano ciascuna quattro cavalli, che a loro volta simboleggiavano le stagioni. Ogni gara si componeva di sette giri e ogni giorno si disputavano ventiquattro gare.

Nel circo si svolgevano anche altri giochi, quali spettacoli di saltimbanchi, partite di caccia e combattimenti tra gladiatori, tra animali o tra uomini e fiere. Nel 55 a.C. il generale romano Pompeo Magno offrì cinque giorni di giochi del circo (ludi circenses) durante i quali furono uccisi 500 leoni e 20 elefanti. I circhi venivano usati anche come scenario per le cerimonie imperiali, di solito in occasione delle celebrazioni che seguivano alle vittorie militari o all'ascesa al trono. Tra le città dell'antichità, vi erano circhi a Roma, Salonicco (Grecia), Sirmium (oggi Sremska Mitrovica, Serbia) e Costantinopoli (l'attuale Istanbul, in Turchia), dove il circo veniva ancora chiamato ippodromo. Il più famoso era il Circo Massimo a Roma, fatto costruire da Giulio Cesare nel I secolo a.C su una struttura preesistente e risalente al VII secolo a.C. All'esterno misurava circa 610 m in lunghezza e 190 m in larghezza, mentre la parte interna era lunga circa 564 m e larga 85 m; aveva una capienza di circa 200.000 spettatori.

Nel IV e nel V secolo d.C., sotto la crescente influenza della Chiesa, i giochi che tradizionalmente si svolgevano nei circhi (nei quali peraltro avevano subito il martirio non pochi cristiani) caddero in disgrazia e infine vennero proibiti. A partire dal VII secolo d.C., ormai completamente in disuso, molti circhi furono smantellati e le loro strutture usate come materiale da costruzione.

 

 

SPARTACO

Spartaco (? - 71 a.C.), gladiatore di origine tracia che nel 73 a.C. capeggiò una rivolta di schiavi, la più impegnativa delle guerre servili che Roma dovette affrontare. Spartaco aveva prestato servizio nelle milizie ausiliarie in Macedonia, poi, in seguito alla sua diserzione, fu ridotto in schiavitù e destinato a fare il gladiatore. La ribellione di cui fu protagonista scoppiò nel 73 a.C. a Capua quando, con alcuni compagni, Spartaco fuggì sul Vesuvio e cominciò a saccheggiare i territori limitrofi. Ben presto il numero degli schiavi ribelli crebbe a tal punto da sconfiggere per ben due volte gli eserciti romani regolari. Nel 72 a.C. la rivolta si estese sia a sud che a nord e i consoli Lucio Gellio e Lentulo Clodiano affrontarono e uccisero in Apulia il celta Crixio, compagno di Spartaco e capo di una parte dei rivoltosi. Spartaco invece avanzò vittorioso fino a Modena con l'intenzione di attraversare le Alpi; poi, abbandonato il progetto, tornò a sud e nel 71 a.C. affrontò in Lucania il pretore Marco Licinio Crasso che, con l'aiuto di Pompeo Magno, lo sconfisse e uccise. Secondo le fonti letterarie Spartaco ebbe grande forza fisica, non disgiunta però da cultura e umanità, doti che fecero di lui un personaggio ben presto leggendario.

 

 

      LE ARMI

ELMO BRONZEO DI GLADIATORE

I gladiatori erano divisi in varie classi, a seconda del tipo di armi e di equipaggiamento che avrebbero usato nei combattimenti. Il trace aveva scudo rotondo, coltello a lama ricurva e un elmo di bronzo simile a quello della foto; il mirmillone portava elmo con visiera, scudo oblungo e spada corta, mentre il reziario combatteva con rete e tridente.