LA
VITA DI CATULLO
G.
Valerio Catullo apparteneva
ad una famiglia veronese
di immigrati latini. Che
si trattasse di famiglia
cospicua, lo dimostra
il fatto che il padre
di Catullo ospitò spesso
a Verona Giulio Cesare.
La
sua breve vita, che si
svolse nell' arco di un
trentennio (dall' 84 al
54), esteriormente non
fu diversa da quella di
tanti giovani ricchi venuti
a Roma dalle province:
banchetti, liete e dotte
conversazioni, ambiziose
polemiche politiche, discussioni
letterarie, schermaglie
amorose, costituiscono
l' argomento dei primi
vivaci scherzi poetici
di Catullo. Forse anche
l' amore per Lesbia, nobile
signora romana moglie
di Q. Metello Celere,
conosciuta a Verona nel
62, era iniziato come
una piccola avventura.
Poi l'amore diventa passione
struggente, esasperata
dal tradimento e dal disinganno.
Il linguaggio comune di
ogni giorno, si carica,
nella poesia di Catullo,
di una forza nuova; ed
ecco l'accorata distinzione
tra il voler bene e l'amore,
che le infedeltà dell'amante
rendono ancora più forte.
Dopo la rottura definitiva,
Catullo lancia una tremenda
invettiva contro Lesbia;
ma alla fine si ripiega
su se stesso e piange
sull'amore caduto.

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